A che cosa serve immaginare?
Tutte le culture, in ogni epoca della storia umana, producono narrazioni che amano comunicare in svariati modi: con semplici segni di grafiti, con raffigurazioni pittoriche e poetiche, fino alle più elaborate rappresentazioni teatrali e cinematografiche dei giorni nostri.
Queste storie, narrate attraverso le immagini, agiscono sul nostro comportamento e – se ben utilizzate – possono diventare magicamente benefiche e curative.
Un esempio? Lo troviamo nel libro “Le mille e una notte”, dove la protagonista (l’intrigante Sherazade), grazie alla sua inventiva fiabesca, si salva la vita curando il principe affetto da depressione, proprio grazie all’incanto delle immagini evocate dai suoi racconti.
Così come il principe della favola, sedotto dalla narrativa, e affascinato dalla comunicazione metaforica delle immagini, guarisce attivando le risorse di autoguarigione interna, anche l’essere umano può essere guidato in un percorso introspettivo che riesce a sanare le dolorose ferite dell’attaccamento e rielaborare molti disturbi di natura traumatica.
Che cos’è l’immaginazione?
L’immaginazione è una attività simbolica che cerca di mettere insieme i prodotti della mente, i fantasmi interni, le esperienze affettive, gli archetipi, i simboli culturali e sociali, l’esperienza e la storia personale. L’immaginazione racchiude e coordina il risultato delle rappresentazioni consce ed inconsce che si affacciano nello scenario rappresentazionale interno.
Ci sono persone che usano l’immaginario in maniera negativa perché la loro mente si affolla di pensieri deprimenti, improduttivi, a valenza ossessiva e così queste persone, nel tentativo di allontanare le loro nevrosi, inibiscono e disprezzano la loro fantasia, accusandola di procurargli dolore e affanno.
Anche il pensiero rimuginatorio è tra le forme più usate dalla maggior parte delle persone. Infesta le menti che non sono abituate a lasciarsi andare alle sensazioni e alle emozioni positive. In questo caso proliferano i ragionamenti, le fantasie di catastrofi, la lista delle preoccupazioni o i desideri irrealizzati creano agonia invece che estasi. Pensiamo a quelle persone che aspettano l’arrivo di qualcuno e hanno fantasticato pericoli e ostacoli di tutti i tipi.
L’immaginazione, invece, è una facoltà umana che può essere coltivata ed educata al servizio del benessere dell’individuo.
Perché occorre “imparare” a visualizzare?
Immaginare non equivale a fantasticare, sognare, ideare, preoccuparsi, fare ipotesi a caso. E’ una capacità evoluta della nostra mente di “rappresentare una realtà che non c’è” quindi presiede a molte altre funzioni mentali in grado perciò di regolare i sistemi più primitivi del cervello.
Per accedere al potere dell’immaginazione dobbiamo riuscire a focalizzare l’attenzione su una sequenza di immagini che hanno struttura coerente, precisa, facendo attenzione alle sensazioni o emozioni o sentimenti che si provano in quel contesto narrativo. Imparare, quindi, ad essere pienamente consapevoli dello stato d’animo che si prova in quel momento. Lasciarsi coinvolgere dai sensi è fondamentale per ricollegarsi al corpo!
Le narrazioni poetiche, i racconti di fiabe e le rappresentazioni immaginative:
- stimolano la nostra capacità di sintonizzarci con gli altri
- ci aiutano a trasferire alla mente informazioni provenienti dalla nostra sensibilità e sensorialità,
- migliorano le abilità sociali funzionando da “simulatori” per il cervello.
Scoprire il piacere della fantasia, recuperare la dimensione del piacere, quel muoversi nello scenario immaginativo con libertà come fanno i bambini quando giocano appassionatamente. Anche da adulti è possibile tuffarsi nel mondo delle immagini attraverso i sogni, il disegno, la lettura di fiabe e di romanzi, la musica e molte altre creazioni simboliche come la fotografia e il cinema.
Il Metodo Creativo più strutturato per immaginare
In psicoterapia, il Vissuto Immaginativo Catatimico (VIC) è una metodica che utilizza temi simbolici e vede terapeuta e paziente “immaginare insieme”. Si chiama anche “immaginazione guidata” proprio perché il terapeuta partecipa alla narrazione non solo offrendo stimoli e suggerimenti, ma invita il paziente a disegnare o meglio “a rappresentare con un disegno” quello che ha vissuto durante la fase immaginativa.
Ne segue la discussione e l’elaborazione dei contenuti emersi, ma, al di là di questo specifico momento di riflessione guidata, è sia durante l’esperienza narrativa che nell’atto creativo della rappresentazione pittorica che si attivano i processi autocurativi.
Stimolare la nostra capacità di rappresentare mentalmente una realtà che non c’è sviluppa l’inventiva e la creatività; rende le persone consapevoli del potere delle immagini e le aiuta a sfruttarne i benefici dell’autoguarigione.
Diventa protagonista attivo del tuo destino
L’immaginazione è uno strumento importante per accedere agli strati della nostra mente e riuscire a cambiare la propria vita.
“Ogni immagine possiede un impulso motore” diceva Peresson, che è stato tra i primi psicoterapeuti in Italia ad usare l’immaginario in terapia e in diversi altri ambiti. L’immaginazione attiva di Jung, l’Ipnosi fantasmatica, Oniroterapia, Musicoterapia immaginativa, Visualizzazioni guidate sono state con successo utilizzate sia nella cura di disturbi psicosomatici, sia come ausilio all’allenamento di atleti, a dimostrazione dell’efficacia di metodi basati sull’immaginazione.
Questi hanno avuto grande successo nell’applicazione nello sport, nella profilassi al parto, nel miglioramento di varie prestazioni professionali fino alla cura e terapia di disturbi psichici, comportamentali e patologie psicosomatiche.
Oggi si continua a praticare tutto questo con molta più esperienza e supportati dalle conoscenze della neurobiologia del cervello e dalla psicologia dello sviluppo.
Gruppi di neuroni si attivano quando noi facciamo un’esperienza e quando immaginiamo quell’esperienza o la vediamo espressa da qualcun altro. La meditazione, la Mindfulness e la visualizzazione di certe azioni influenza certe aree del cervello, i famosi “neuroni specchio” (scoperti dall’equipe di Gallese – Rizzolati) perché rispecchiano le intenzioni e gli stati d’animo altrui. Ecco perché la visione di un quadro, di un film o la narrazione di un racconto evoca le emozioni, gli stati d’animo e i sentimenti o le intenzioni espresse dall’autore.
La nostra psiche può ammalarsi a causa di immagini negative ma può anche guarire grazie all’ausilio di immagini positive!
Vuoi imparare ad utilizzare l’immaginazione, un’antica arte di cura presente tra gli esseni, gli egizi, i greci, tramandata dagli sciamani e oggi supportata dalle moderne neuroscienze?
Scrivimi a info@marisamartinelli.it.