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Il VIC nel setting integrato

L’ORIENTAMENTO PSICOTERAPEUTICO VIC

La formazione breve e compatta del VIC è stata concepita non come singola disciplina dogmatica, ma come un sistema flessibile che ben si presta ad essere integrato con qualsiasi orientamento terapeutico, sia in ambito clinico che non, al fine dello sviluppo del potenziale umano.

Questi gli ambiti riconosciuti del VIC e le possibilità applicative:

  • Psicoterapia Breve

  • Terapia individuale e di gruppo

  • Terapia di coppia/famiglia/età evolutiva

  • Counseling psicologico e aziendale

  • Psicosomatica, sia come terapia che accompagnamento nella malattia

  • Psicotraumatologia, ansia, depressione

  • Sessuologia

  • Psicogeriatria

La psicoterapia immaginativa VIC è un approccio particolarmente efficace nella terapia integrata dei vissuti traumatici. Come altre procedure di psicologia del profondo, fonda la sua teoria del trattamento sull’importanza delle strutture e dei conflitti mentali inconsci. I nuclei psicoemozionali e conflittuali, la cui base neurobiologica è sempre più oggetto di ricerca, costituiscono, oltre alle conseguenze dello stress psicosociale cronico, i fattori più importanti nell’insorgenza di problemi psichici e comportamentali. Il trauma si manifesta nel corpo (Bessel Van Der Kolk, 2015), è una reazione istintiva e inconscia che, se rimane incapsulata nella mente senza essere stata elaborata completamente, continua ad influenzare il network psiconeuroendocrinoimmunologico. Non è il cervello, ma è l’origine dei significati che il cervello attribuisce agli stimoli che influenza il sistema di regolazione. Pertanto, l’uso dell’immaginario, il disegno e l’elaborazione narrativa in terapia consentono l’attivazione di uno spazio-ponte (Donald Winnicott) tra mente e corpo, tra sfera somatica e mondo psichico, particolarmente utile nei casi di carenza di funzione simbolica.

Lavoro sui TRAUMI DI RELAZIONE con l’uso del VIC

In caso di traumi complessi o acuti il trattamento immaginativo è orientato allo sviluppo delle risorse per favorire la stabilizzazione, e la regolazione degli affetti”. (Renate Hochauf)

Spesso le esperienze collegate ai nuclei traumatici si presentano come fossero deficit di struttura, ad esempio in disturbi psicosomatici dissociativi, e si manifestano con disturbi della regolazione degli affetti. Il VIC si inserisce nel percorso terapeutico con strategie di intervento scenico modificate, nuovi “motivi specifici” e una particolare forma di transfert per favorire le qualità implicite di una formazione presimbolica allo scopo di integrarle con la personalità in essere.

“Il VIC può essere il confine e costituire un ponte di collegamento tra un lavoro presimbolico e simbolico”. (Beate Steiner, Gabriele Löw, Irmagard Künzl-Daldorf).

Dalla cura con le parole alla cura con le immagini: il Vissuto Immaginativo Catatimico in gruppo, in ambito educativo e di comunità

Grazie alla forza creativa del gruppo e al potere delle immagini è possibile rafforzarne l’appartenenza all’interno, aiutando a contrastare i traumi dei singoli e liberando i processi creativi nelle situazioni di crisi ed emergenza dove, ad esempio, c’è la necessità di fare interventi con pazienti borderline o in preda all’impulso di “agire” i loro conflitti e le loro angosce inenarrabili.

Gestire inoltre le dinamiche transferali e controtransferali, là dove il ruolo “neutrale” del conduttore nell’analisi gruppale classica può riattivare il senso di vuoto e di frammentazione nei pazienti con storie di attaccamento traumatiche, mentre l’uso dell’immagine quale “oggetto mediatore” consente invece di realizzare una comunicazione che va oltre le parole e i racconti verbali. Il compito del terapeuta è quello di offrire un motivo che rappresenta “la bussola” per tuffarsi nel mare delle possibilità senza perdersi, ad arginare le angosce sottostanti i sintomi inspiegabili, o ancora a stimolare la capacità della mente di rielaborare l’esperienza codificata a livello non-verbale.

Il terapeuta che interviene con le immagini (motivi, disegni, fotografie) mantiene la sua funzione di sé organizzatore, diventa la “corteccia ausiliaria” che attinge alle sue capacità creative e quelle dei singoli e le rispecchia nello spazio potenziale gruppale.

ESEMPI DI INTEGRAZIONE TRA LA TECNICA IMMAGINATIVA VIC
E ALTRI METODI E ORIENTAMENTI PSICOTERAPEUTICI

Il VIC in PSICOANALISI e in PSICOTERAPIA PSICODINAMICA

Stati mentali implicanti l’attivazione di quelli che la psicoanalisi descrive come “attività di processo primario predominante” – sogni, immaginario, gioco, poesia, e arte – sono lo strumento prescelto per l’attivazione della conoscenza procedurale. È proprio da qui che prende origine il VIC.
Il sogno, “via regia”, secondo Sigmund Freud, all’esplorazione dell’inconscio, trova nel VIC una forma di applicazione diretta, tant’è che questo metodo terapeutico in origine veniva denominato “sogno da svegli guidato”, perché il paziente non è solo come nel sogno notturno. Anzi, la presenza sintonizzata del terapeuta durante le “immaginazioni guidate” VIC, favorisce maggiormente l’emergere di contenuti carichi di significato, per poterli così affrontare e superare in maniera adattiva. Il transfert non è vincolante. La trasposizione sul piano immaginativo delle dinamiche di transfert e controtransfert consentono il dispiegarsi della psicoterapia “come esperienza emotiva correttiva”, senza tutte le implicazioni del lavoro transferale.

Terapie brevi, interventi nelle crisi: il focus dei conflitti viene rappresentato in modo preciso e rapido nelle immagini, consentendo di utilizzare strategie di elaborazione al fine di fare chiarezza nei conflitti e ottenere la comprensione degli affetti e delle emozioni bloccate o inibite.

VIC e IPNOSI

Anche questi due metodi sono parenti stretti, caratterizzati entrambi dal fenomeno dell’ideoplasia. Nel compiere un qualsiasi movimento si generano delle modificazioni elettriche nei neuroni appartenenti all’area cerebrale coinvolta (Franco Granone, Luigi Peresson). I processi neuropsichici di cambiamento e di trasformazione, per realizzarsi, hanno bisogno di uno stato di deconnessione neuropsichica particolare, pur rimanendo vigili.

Emozioni e stato di rilassamento, sia con l’IPNOSI che nel VIC, riescono ad attivare il network psicofisiologico dei sistemi di regolazione endocrino-immunitaria. A seconda dell’obiettivo terapeutico è possibile monitorare i diversi stati di “coscienza” e quindi lavorare efficacemente sulla gestione del dolore, attivare stati affettivi positivi, effettuare regressioni al servizio dell’Io, ristrutturare profondamente memorie traumatiche, sciogliere blocchi e attivare nuovi stati psicofisici e comportamentali.

VIC ed EMDR: un modello neurofunzionale

VIC e EMDR sono due tecniche straordinarie per la loro potenza nella capacità di risolvere efficacemente problemi e nodi conflittuali in tempi brevi.

Il VIC, grazie all’azione del linguaggio simbolico e del disegno, consente di accedere ai nuclei traumatici della sfera sub-simbolica e di raffigurare i vissuti traumatici quando la tecnica del floatback non porta a nulla di significativo. Consente di identificare ricordi e memorie disfunzionali che possono essere quindi ri-elaborate con il protocollo EMDR attraverso le 8 fasi.

Aiutare il paziente a visualizzare, immaginare/evocare sensazioni corporee, sentire e percepire con i sensi, con tutto il corpo, osservare le proprie reazioni e sentimenti, stimola le connessioni interemisferiche e i processi integrativi del cervello. L’azione congiunta contribuisce alla costruzione del “luogo sicuro” e l’ancoraggio di “stati affettivi positivi” (Positive affect tolerance).Fruire al meglio di un “rifugio interiore” sempre più solido, consente al paziente di costruire all’interno del Sé un’area relativamente libera da conflitti, una base sicura intrapsichica, punto di partenza per successive esplorazioni esperienziali e terapeutiche”. (M. Gianantonio)

Immagini in ambito FAMILIARE-SISTEMICO

Le immaginazioni VIC possono essere usate come terapia singola nel setting familiare (R. De Bernart). L’immaginazione assume il carattere di uno specchio, che può essere esteso alla famiglia. Le costellazioni relazionali si manifestano nei simboli che emergono, oltreché nei modelli di comportamento dei membri. Nell’”immaginazione guidata” VIC è possibile evidenziare lo sviluppo dinamico del sistema familiare, attivare risorse creative per stimolare, ad esempio, una maggior capacità di differenziazione e di accettazione delle reciproche diversità. Permette di arricchire le competenze del terapeuta per lavorare con “i motivi simbolici” in un trattamento individuale. Il focus del lavoro è: chiedersi come sia possibile rimettere in movimento un sistema familiare inflessibile.

VIC in PSICOSOMATICA

La simbolizzazione può essere considerata un ponte tra le percezioni corporee e le emozioni” (Wilke 1990). Non è il cervello, ma è l’origine dei significati che il cervello attribuisce agli stimoli a influenzare il sistema di regolazione. Pertanto l’uso dell’immaginario e l’espressione artistica in terapia consentono l’attivazione di uno spazio-ponte tra mente e corpo, tra sfera somatica e mondo psichico, particolarmente utile nei casi di carenza di funzione simbolica.

I vissuti traumatici depositati nella memoria implicita, riguardanti esperienze di angoscia e di dolore, non facilmente esprimibili a parole, si trasferiscono nelle immagini che fungono da “portatori di contenuti sconosciuti”. La sofferenza inespressa affiora nella figurazione simbolica aprendo specifiche connessioni sinaptiche di processi Top-Down, stimolando il nostro sé creativo anziché rimanere collocata solo a livello Bottom-Up. Le immagini portano sulle tracce delle rappresentazioni interne di sintomi e disfunzioni apparentemente prive di significato e scollegate dal resto della personalità.

È risaputo che certe cure hanno un’impatto stressante sia a livello fisico che psichico. Certi trattamenti, ad esempio in campo oncologico, possono indurre in alcuni casi complicanze in grado di aggravare il decorso della malattia, pertanto l’ipotesi di un accompagnamento terapeutico viene ritenuto non solo sensato, ma necessario.

Il VIC nei DISTURBI VISIVI

Lo sviluppo scenico simbolico-immaginativo consente di integrare insieme il canale visivo, quello cinestesico, quello tattile e gustativo, acquistando una particolare “valenza emotiva”. Nel VIC l’invito a sentire il corpo (felt-sense) allena la mente a coltivare lo sguardo, a usare consapevolmente gli occhi e le parole insieme al resto del corpo. Interventi specifici di accompagnamento consentono di lavorare su importanti aspetti: portamento corporeo, movimento, vicinanza e distanza, visione dell’immagine e soprattutto l’espressione degli occhi”. (Marisa Martinelli)

Il VIC nel COGNITIVISMO

Per la scienza cognitiva, un’immagine è una rappresentazione mentale che da luogo all’esperienza di “vedere” qualcosa in assenza di stimoli ottici appropriati”. Le Tecniche Immaginative sono usate principalmente nella cura delle fobie, dei disturbi d’ansia, dei disturbi post-traumatici da stress, dei disturbi alimentari, dei pazienti oncologici e per favorire o indurre il rilassamento psicofisico (viscerale e muscolare). [….] Provare qualcosa nell’immaginazione può essere considerato, per molti versi, psicologicamente equivalente al provarlo nella realtà. A percezioni diverse si accompagnano anche risposte neurofisiologiche (del cervello) e psicofisiologiche (del corpo) differenti. (Nunzio Bonaventura)1. La Desensibilizzazione Sistematica (D.S.) e il Flooding sono sicuramente le tecniche cognitivo-comportamentali più note nelle quali si utilizzano le immagini mentali.

La possibilità di declinare la tecnica VIC grazie alle sue componenti: rilassamento, motivi simbolici, stile di accompagnamento e le diverse modalità di intervento attiva nel paziente una percezione diversa, ciò significa entrare in contatto con il mondo e la realtà in maniera differente. Le “Tecniche Immaginative possono essere usate anche per identificare gli schemi cognitivi centrali per il paziente e metterlo nelle condizioni di “sentirli” a livello emotivo” (Nunzio Bonaventura). La flessibilità cognitiva aiuta ad uscire da se stessi per trovare soluzioni diverse dagli schemi prestabiliti.

Il VIC e le ARTETERAPIE

L’immaginario simbolico è il fulcro di questo processo di collegamento (tra nuclei sottocorticali di memorie traumatiche e aree frontali) che permette una organizzazione categorica dentro il processo implicito, subsimbolico del sistema sensoriale e somatico”. (Francesco Bottaccioli)

Il vissuto catatimico affonda le sue radici nella dimensione creativa dell’essere umano. Questa possibilità di scendere in quelli che sono i processi inconsci o impliciti, e riportarli alla superficie in modo creativo, è un aspetto peculiare del lavoro con il VIC. “Solo quando l’esperienza interiore è categoricamente organizzata da immagini simboliche, sogni o narrative, può spostarsi a livello interpersonale di riflessione ed interpretazione”. Questa citazione (di cui non si ricorda l’autore) esprime bene il vantaggio che le Arteterapie aggiungono all’intento espressivo e raffigurativo che producono.

1 Il ruolo delle immagini mentali in psicoterapia cognitiva-comportamentale, 20012

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